LUCIA DI LAHHERHOOR DRAMMA TRAGICO IN DUE PARTI '.f TITO DI GIO. RICORDI I l Jil 1 i i I ì i i ì ! 1 LUCIA DI LAfflfflERMOOR DRAMMA TRAGICO IN t\UE PARTI DI MUSICA DEL MAESTRO NEL REGIO TEATRO ALLA SGALA r Autunno i863 G'DlDilauo REGIO STABILIMENTO MUSICALE T1T4^ III CJIO. I^ICORDI PKRSOrVAC;^GI ATTORI Lord ENRICO ASTHON . . Miss LUCIA, di lui sorella . Sii' EDGARDO di Raveaswood. Lord ARTURO Bucklaw . . RAIMONDO BIDEBENT, edu- catore e confidente di Lucia. alisa, damigella di Lucia NORMANNO, capo degli Armi- geri di Raveaswood . , . Sig. COTOGNI ANTONIO Sìf PALMIERI MARIA Sig. PRUDENZA ANTONIO Sig. REDAELLl GIACOMO Sig. ALESSANDRINI LUIGI Sig.'* PARODI ELEONORA Sig. ALIPRANDI DOMENICO Coro di Cavalieri, congiunti di Asthon. Abitanti di Lammermoor. Paggi, Armigeri, Domestici di Asthon. L'avvenimento ha luogo in Iscozia , parte nel Castello d Ravenswood, parte nella rovinata Torre di Wolferag L'epoca rimonta al declinare del secolo XVI. 3^ SCENA PRIMA. Giardino nel Castello di Ravenswod, NORMANNO e CORO di Abitanti del Castello, io arnese da caccia. Della torre le vaste rovine; Cada il ve! di si turpe mistero, Lo domanda... lo impone 1' onor. Fia che splenda il terribile vero Come lampo fra nubi d'orror. (ilGoropario rapidamente) SCENA IL ENRICO, RAIMONDO e detto. Enrico si avanza fieramente accigliato. Breve pausa. OR. Tu sei turbato! (accostandosi rispettosamente ad Ern.) MR. E n'ho ben d'onde. - Il sai: Del mio deslin si ottenebra la stella... Intanto Edgardo... quel mortai nemico Lucia di Lammermoor. 12-62. L Di mia prosapia , dalle sue ravine Erge Fa fronte baldanzosa e ride ! Sola una mano raffermar mi paolo Nel vacillante mio poter... Lucia Osa respinger quella mano... Ah f suora Non m' è colei, l Rai. Dolente Vergin, che geme sull'urna recente Di cara madre, al talamo polria Volger la sguardo? Ah rispettiam quel core, Che unisce col dolor possente amore. NoR. Schivo d'amor!... Lucia (con ironia) D* amore avvampa, Ei\R. Che favelli?... (Oh detto t) NoR.M' ascolta. - Ella sen già colà del parco Nel solingo vial dove la madre Gia^ce sepolta ; la sua fida Alisa Era al suo fianco... Impetuoso toro Ecco su lor si avventa... Prive d'ogni soccorso, Pende sovr' esse inevitabil morte f... Quando per l'aere sibilar si sente Un colpo, e al suol repente Cade la belva. Enr. e chi vibrò quel colpo? NoR. Tal... che il suo nome ricopri d' un velo. El\r. Lucia forse... NoR. L' amò. EiNR. Dunque il rivide ? Non. Ogni alba. Enr. e dove? NoR. In quel viale, Enr. Io fremo f - Nè tu scovristi il seduttor? NoR. Sospe Ud Io n' ho soltanto. Emr. Ah I parla. 7 NoR. È tuo nemico. Rai. (Oh cieli) NoR. Tu lo delesli. Enr. Esser potrebbe... Edgardo? NoR. Ah ! lo dicesli. • Enr. Cruda , funesta smania Tu m' hai destata in petto ! È troppo , è troppo orribile Questo fatai sospetto 1 Mi fa gelare e fremere... Mi drizza in fronte il crin l Colma dì tanto obbrobrio Chi suora mia nascea ! - Pria che d' amor perfido (con terribile A me svelarti rea, impulso di silegno) Se ti colpisse un fulmine Fora inen rio deslin. NoH. Pietoso al tuo decoro , Io fui con te crudel. Rai. (La tua clemenza imploro, Tu lo smentisci , o ciel !) SCENA III. CORO DI CACCIATORI e dalli. Coro H tuo dubbio è ornai certezza, (accorr, a Nor.) NoR. Odi tu ? (ad Enrico> Enr. Narrate. Rai. (Oh giorno !) Coro Come vinti da stanchezza , Dopo lungo errar d' intorno, Noi posammo della torre Nel vistibolo cadente : Ecco tosto lo trascorre Un uom pallido e tacente. Quando appresso ei n'è venuto^ 8 Ravvisiam lo sconoscinlo. - Ei su celere cìeslriero S'involò dal nostro sguardo... Ci fe' nolo un falconiere Il suo nonae. E>;b. e quale? Cono Edgardo. E.\R. Egli le. Oh rabbia che m'accendi, Conlenerii un cor non può 1 La pleiade in suo favore Mili sensi invan mi della... Chi mi parla di ven'della Solo inlendere poìrò. - Sciagurali !!... il mio furore Già su voi tremendo rugge... L'empia fiam.ma che vi "strugge Io col sangue spegnerò. NoR.jCoHoQueir indegno al nuovo albore L' ira tua fuggir non può. Hai. (Ah! qual nembo di terrore Questa casa circondò!) (Enrico pane; luuì lo seguono) SCENA IV. Parco. .Si vede la così detta fontana della Sirena^ fontana altra volta coperta da un belVcdiflzio ornato di tutti i fregi della gotica architettura, al presente dai rottami di quest'edifìzio sol cinta. È siilV imbrunire. LUCIA ed ALISA. Lue. (viene dal castello seguita da Alisa: sono entrambe nella massima agitazione. Elia sì volge d^intorno, come clìi cerca di qualcuno; ma osservando la fontana, ri- torce altrove lo sguardo) Ancor non giunse ! Ali. Incauta... a che mi Iraggi! Avventurarli, or che il fra lei qui venne, 9 È folle ardir. Lue. Ben parli ! Edgardo sappia Qaal ne minaccia orribile periglio... Ali. Perchè d' intorno il ciglio Volgi ailerrila ? Lue. Quella fonte mai , Senza tremar, non veggo... Ah tu lo sai. Un Ravenswod, ardendo Di geloso furor , 1' amala donna Colà trafisse: 1' infelice cadde Nell'onda, ed ivi rimanea sepolta... M' apparve 1' ombra sua.,. Ali. Che intendo! Lue. Ascolta. Regnava nel silenzio Alta la notte e bruna... Colpia la fronte un pallido Raggio di tetra luna... Quando sommesso gemito Fra r aure udir si fe' ; Ed ecco su quel margine L' ombra mostrarsi a me 1 Qual di chi parla, muoversi Il labbro suo vedea . E con la mano esanime Chiamarmi a sè parea ; Stette un momento immobile, Poi rapida sgombrò , E r onda, pria si limpida. Di sangue rosseggiò. All ^Chiari, oh cieli ben chiari e tristi Nel tuo dir presagi intendo! Ah Lucia, Lucia, desisti Da un amor così tremendo. Lue. lo? che parli! Al cor che geme Questo affetto è sola speme... Senza Edgardo non potrei Un istante respirar. EgH è luce a' giorni miei , È conforlo al mio penar. Quando rapilo in estasi Del più cocente amore, Col favellar del core Mi giur^ eterna fe' : Gli affanni miei dimentico. Gioia diviene il pianto... Farmi che a lui d' accanta Si schiuda il ciel per me! Ali. Giorni di amaro pianto Si apprestano per te ! Egli s' amanza... La ticina soglia lo cauta veglierò. (rientra nel caslello) SCENA V. EDGARDO e delta. Edg. Lucia, perdona Se ad ora in usitela Io vederti ehiedea : ragion possente A ciò mi trasse. Pria che in ciel biancheggi U alba novella, dalle patrie sponde Lungi sarò. Lue. Che dici f Edg. Pe' franchi lidi amici Sciolgo le vele ; ivi Iratltr m' è dato Le sorti della Scozia. Il mio congiunto, Athol, riparator di mie sciagure, A tanto Gnor m' innalza. Lue. E me nel pianto Abbandoni cosi? Edg. Pria di lasciarli Asthon mi vegga... stenderò placato A lui la destra, e la tua destra, pegno Fra noi di pace , chiederò. Lue. die ascolto 1 Ah I no... rimango nel silenzio avvoUo Per or 1' arcano affelto... EdG. (con aiìiarezzafr) Intendo... Di mia stirpe Il reo persecutore Ancor pago non èl Mi lólse il padre, Il mio retaggio avito Con trame inique m' usurpò... Nè basta ? Che brama ancor? che chiede Quel cor feroce e rio? La mia perdita intera, il sangU'e mio? Ei mi abborre... Lue. Ah! no... Edg- (con forza) Mi abborre... Lue. Calma, o cieli... quell'ira estrema. EoG. Fiamma ardente in s^n mi scorre! Sulla tomba che rinserra Il tradito genitore , Al tuo sangue eterna guerra Io giurai nel mio furore : Ma ti vidi... in cor mi nacque Altro affetto, e l'ira tacque... Pur quel voto non è infranto... Io potrei compirlo ancori Lue. Deh! ti placa... deh ! ti frena... Può tradirne un solo accento! Non ti basta la mia pena? Vuoi eh' io mora di spavento? Ceda, ceda ogn' altro affetto, Solo amor t'infiammi il petto... Ah! il più nobile, il più santo D^e' tuoi voti è un puro amor! M' odi. Lue. Edg. Edgardo M' odi , € trema. Edg. (con subita risoluzione) Qui, di sposa eterna fede, Qui mi giura al cielo innanie. Dio ci ascolia , Dio ci vede..» Tempio ed ara è un core am,nale; Al tuo fato unisco il mio , (ponendo un anello in dito a Lucia) Son tuo sposo (1). Lue. E tua son io. (porgendo a sua volta il proprio anello a Edgardo) A' miei voli amore invoco. Edg. A' miei voli invoco il eie). Lue. Edg. Porrà fine al nostro foco Sol di morte il freddo gel. Edg. Separarci ornai conviene. Lue. Olì parola a me funesta ! 1! mio cor con te ne viene. Edg. 11 mio cor con te qui resta. Lue. Ah !' talor del tuo pensiero Venga un foglio messaggiero^ E la vita fuggitiva Di speranza nudrirò. Edg. Io di te memoria viva Sempre, o cara, serberò. Lue. Edg. Verranno a te suH' aura I miei sospiri ardenti , Udrai nel mar che mormora L' eco de' miei lamenti... (i) Neìempi a cui rimonta questo avvenimento fu in Iscozia comune credenza, die il violatore di un giuramento fatto con certe cerimonie, soggiacesse in questa terra ad un'esemplare punizione celeste, qnasi contemporanea all'atto dello sper- giuro. Perciò allora i giuramenti degli amanti, lungi dal ri- guardarsi come cosa di lieve peso, avevano per lo meno l'importanza di un contratto di nozze. La pili usitata di queste cerimonie era che i due amanti rompevano e si partivano una moneta. Si è sostituito il cambio delFcinellQ, come più adatto alla scena. ii Pensando et]' io di gemiti Mi pasco e di doìor , Spargi una mesta lagrima Su questo pegno allor. Edg. Io parlo... Lue. Addio... Edg. Rammentali! Ne siringe il cielo 1... Lue. E amor. (Edgardo parie ; Lucia si ritira nel castello) FINE DELLA PARTE PRIMA. Lncia di Lmimermoor 12-62 2 14 PARTE SECONDA SCENA PRIMA. Appartamenti di Lord ^istfion. ENRICO e NORMANNO. lEnrico è sedalo presso un tavolino) NoB. Lucia fra poco a le verrà. Enr. Tremante L' aspelto. A festeggiar le nozze illustri, Già nel castello i nobili congiunti Di mia famiglia accolsi; in breve Arturo Qui volge... Q E s' ella pertinace osasse (' sor- D' opporsi? gendo agilalissimo) NoR. Non temer: la lunga assenza Del tuo nemico , i fogli Da noi rapiti, e la bugiarda nuova Ch'egli s'accese d'altra fiamma, in core Di Lucia spegneranno il cieco amore. ENR.Ella s'avanza!... Il simulato foglio Porgimi, ed esci sulla via che tragge Alla città regina (Nor. gli dà un foglio) Di Scozin , e qui fra plausi e liele grida Conduci Arturo. (Normanno esce) SCENA II. LUCIA e dello. (Lucia si arresta presso la soglia: la pallidezza del suo voUo, il guardo smarrito, lutto annunzia in lei i patimenti elio sofferse, ed i primi sintomi d' una alienazione mentale) E:\H. Appressali, Lucia. (Lucia si avanza alcuni passi macchinalmente, e sempre figgendo lo sguardo immobile negli occhi di Enrico) Sperai più lieta in questo di vederti , In questo dì , che d' imeneo le faci Si accendono per te. - Mi guardi e taci? Lue. I! pallor funesto , orrendo Che ricopi^e il volto mio , Ti rimprovera tacendo li mio strazio... il mio dolor. Perdonar ti possa Iddio... L' inumano tuo rigor. Enh. a ragion mi fe' spietato Quel che t'arse indegno affetto; Ma si taccia del passato, Tuo fratello io sono ancor. Spenta è l'ira nel mio petto, Spegni tu r insano amor. Lue. La pleiade è tarda omai 1... Il mio fin di già s' appressa!.. Ei\n. Viver lieta ancor potrai... LcG. Lieta 1 e puoi tu dirlo a me? Esn. Nobil sposo... Li'C. 01; Cessa... ah 1 cessa. Ad altr' uom giurai la fè. Ém. Noi potevi... (i'^acondo) Lue. Enrico !... Enr. Or basii, (rafkenandosi) Questo foglio appien ti dice (porgendole il foglio eh' ebbe da Normanno) Qual crudel, qual empio aD:iasti. Leggi. Lue. Il core mi balzò! (legge : la sor- presa ed il più vivo affanno si dipingono nel suo volle, ed un tremilo l'investe da capo alle piante) Enr. Tu vacilli!... (accorrendo in di lei soccorso) Lue. Me infelice !... Ahi!... la folgore piombò! Soffriva nel piatilo... languia nel dolore... La speme... la vita riposi in un core... Quel core infedele ad altra si diè... L'istante di morie è giunto per me! Enr. Un folle ti accese, un perfido amore: Tradisti il tuo sangue per vii seduttore. Ma degna dal cielo ne -avesti mercè: Quel core infedele ad altra si diè! (si ascolta echeggiare in lontananza festivi suoni e cla- Lue. Che fìa !... morose grida) EiNR. Suonar di giubilo Senti la riva? Lue. Ebbene ? Eni^. Giunge il tuo sposo. Lue. Uti brivido Mi corse per le vene ! Enb. a le s' appresta il talamo !... Lue. La loraba a me s' appresta 1 Enr. Ora fatale è questa ! M' odi. Lue. Ho sugli occhi un vel ! Enr. Spento è Guglielmo... a Scozia Comanderà Maria... Prostrata è nella polvere La parie eh' io seguia... I Lue. Tremo I... Dal precipizio Arturo può soUrarmi , Sol egli... Lue. Enr. Salvarmi Devi. Lue. Enr. Lue. Mal. Il devi. ( Oh ciel !... (in alto di uscire) Enr. (ritornando a Lucia, e con accento rapido, ma energico) Se tradirmi tu potrai , La mia sorte è già compila... Tu m' involi onore e vita , Tu la scure appresti a me... Ne' tuoi sogni mi vedrai Ombra irata e minacciosa 1 Quella scure sanguinosa Starcà sempre innanzi a te! Lue. (volgendo al cielo gli occhi gonfi di lagrime) Tu che vedi il pianto mio... Tu che leggi in questo core, Se respinto il mio dolore, Come in terra, in ciel non è, Tu mi togli, eterno Iddio, Questa vita disperata,.. Io son tanto sventurata. Che la morte è un ben per me! (Enrico parte affreltalamenle. Lucia si abbandona su d'una seggiola, uve resta qualche momento in silenzio) Tutto perdo in tal dì! Raimondo almeno. Il solo mio conforto, a me venisse! Egli clovria... che spero ? Troppo m' illude amor con tal pensiero. Alcun s' appressa. (Lucia, vedendo giungere Raimondo, gli sorge all' in- contro ansiosissima) 18 SCENA m. RAIMONDO e della. Lue. Ebben? Rat. Di tua speranza L' ullimo raggio Iramoniòl Credei, Al tuo sospelto , che il frale! chiudesse Tulle le strade, onde sul franco suolo, All' uom che amar giurasti , Non gùingesser tue nqove: io stesso un foglio Da te vergalo, per secura mano Recar gli feci... invano ! Tace mai sempre... Quel silenzio assai D' infedeltà ti parla 1 Lue. E me consigli ?... Rai. Di piegarti al destino. Lue. E il giuramento?... Rai. Tu pur vaneggi 1 I nuziali voti Che il ministro di Dio non benedice, Nè il ciel, nè il mondo riconosce. Lue. Ah ! cede Persuasa la mente... Ma sordo alla ragion resiste il core. Rai. Vincerlo è forza. Lue. 0 sventurato amore! Rai. Deh ! l' arrendi , o più sciagure Ti sovrastano, infelice... Per le tenere mie cure, Per r estinta genitrice , 11 periglio d' un fratello Ti commova e cangi il cor... 0 la madre nell' avello Fremerà per te d' orror. Lue. Taci... taci: tu vincesti... Non son tanto snaturata. Ral Oh qual gioia in me lu desìi ! Oh qual nube hai disgombrata! Al ben de' tuoi, qm\ villima Offri, Lucia, le slessa ; E lanlo sacrifizio Scrino nel eiel sarà.,. Se la pielà degli uomini A le non fia concessa, Y'è un Dio, v'é un Dio, che tergere Il pianto tuo saprà. Lue. Guidami tu... tu reggimi... Son fuori di me slessa , Lungo, crudel supplizio La vita a me sarà. (partono) SCENA IV. Sala preparala pel ricevimento dì Arturo, Nel fondo porta praticabile. ENRICO, ARTURO, NORxMANNO, CAVALIERI e DAME congiunti di Asthon, Paggi, Armigeri, Abitanti di Lam- mermoor, e Domestici, tutti inoltrandosi dal fondo. Enr., Nor., Coro. Per le d' immenso giubilo Tulio s' avviva intorno, Per le veggiam rinascere Della speranza il giorno, Qui r amistà ti guida. Qui li conduce amor, Qual astro in notte infida, Qual riso nel dolor. Art. Per poco fra le tenebre Spari la vostra slella; 20 Io la farò risorgere Più fulgida e più bella.. La man mi porgi, Enricov Ti stringi a questo cor. A te ne vengo amico, Fratello e difensor. Dov' è Lucia ? Enr, Qui giungere Or la vedrem... Se in lei Soverchia è la mestizia Maravigliar non dèi : Dal duolo oppressa e vinta Piange la madre estinta... Art. M\è noto. - Or solvi un dubbio: Fama suonò eh' Edgardo Sovr' essa temerario Alzare osò lo sguardo... Enr. è ver... quel folle ardia... NoR., Coro S' avanza a le Lucia. SCENA V. LUCIA, ALISA, RALMONDO e deUL EiNR. ([iresentando Arturo a Lucia) Ecco il tuo sposo... (') Incauta ! {" Lucia fa un movimento coQie per retrocedere) Perder mi vuoi ? (sommesso a Lucia) Lue. (Gran Dio !) Art. Ti piaccia i voti accogliere Del tenero amor mio... Enr. (accostandosi ad un tavolino su cui è il contralto nu- ziale, e troncando destramente le parole ad Arturo) Omai si compia il rilo. T'appressa. (ad Arturo) 2r Art. Oh dolce invilo t (avvicinandosi ad Enrico che solloscrive il contratto; egli vi appone quindi la sua firma. Intanto Raimondo ed Alisa con- ducono la tremebonda Lucia verso il tavolino) Lue. (Io vado al sacrifizio 1) Rai. (Reggi, buon Dio, Tafflilta.) Ern. Non esitar. (piano a Lucia, e scagliandole furtive e tremende occhiate) Lue. (Me misera ! (piena di spavento e quasi fuori di sè segna l'atto) La mia condanna ho scritta! Enr. (Respiro.) Lue. (Io gelo ed ardo... Io manco...) (si ascolta dalla porta in fondo lo strepito di persona, che, indarno trattenuta, si avanza precipitosa) Tutti Qual fragor ! (La porta si spalanca) Chi giunge? SCENA VL EDGARDO, alcuni Servi e Detti. Edo. Edgardo! (con voce ed atteggiamento terribile. Egli è ravvolto in gran man- tello da viaggio, un cappello con Pala tirata giù rende più fosche le di lui sembianze estenuate dal dolore) Gli altri Edgardo f Lue. Oh fulmine ! (cade tramortita) Gli altri Oh lerror ! (lo scompilio è universale. Alisa solleva Lucia e l'adagia sur una seggiola) Enr. (Chi raltiene il mio furore, E la man ch'ai brando corse? Della misera in favore Nel mio pello un grido sorse! È mio sangue, io 1' ho Iradila, Ella sia fra morie e vila... Ahi 1 che spegnere non posso Un rimorso nel mio cor.) (Chi mi frena in l^^l momenlo?,.* Chi Ironcò dell'ira il corso? Il suo duolo, il suo spavento Son la prova d'un rimorso! Ma^ qual rosa inaridita, Ella sia fra morie e vila... Io son vinto... son commosso!... T'amo, ingraia, t'amo ancor!) (Io sperai che ^ me la vila (riavendosi) Tronca avesse il mio spavento... Ma la morte non nf aita... Vivo ancor per mio tormento ! Da' miei lumi cadde il velo, Mi Iradi la terra e il cielo! Vorrei pianger, ma non posso... Ah ! mi manca il pianto ancor !) Art., Rai., Ali., Nou. e Coro (Qual terribile momento! Più formar non so parole... Densa nube di spavento Par die copra i rai del sole! Come rosa inaridita Ella sia fra morie e vita... Chi per lei non è commosso Ha di tigre in petto il cor.) Enr., Art., Nor. e Cavalieri T'allontana, sciagurato, 0 il tuo sangue fia versato... (scagliandosi con le spade snudale contro Edgardo) Edg. (iraenclo aneti' egli la spada) Morirò, ma insiem col mio Alro sangue scorrerà. Raf. (mettendosi in mezzo alle parti avversarie, ed in tuono autorevole) Rispettale, o voi, di Dio La Iremenda maestà. Ili suo nome io vel comando, Deponete l'ira e il brando; Pace , pace... egli abborrisce L' omicida, e scritto sta: Chi di ferro altrui ferisce Pur di ferro perirà, (lutti ripongono le spade. Un momento di silenzio) Enr. (facendo qualche passo verso Edgardo, e guardandolo biecamente) • Ravenswood in queste porte Chi ti guida ? Edg. (altero) La mia sorte , 11 mio dritto... sì ; Lucia La sua fede a me giurò. Rai. Questo amor per sempre obblia : Ella è d'altri... Edg. D' altri !... ah no. Rai. Mira. (gli presenta il contratto nuziale) Edg. (dopo averlo rapidamente letto, e fìggendo gli ocelli in Tremi... ti confondi 1 1 Lucia) Son tue cifre? (*) A me rispondi: f mostrando la di lei firma) Son tue cifre ? . (con più forza) Lue. Si... (con voce simigliante ad un gemito) Edg. (soffocando la sua collera) Riprendi Il tuo pegno, infido cor. (le rende il di lei anello) Il mio dammi. Lue. Almen... ^24 Edg. Lo rendi. (lo smarrimento di Lucia lascia scorgere che la mente turbata della infelice intende appena ciò che fa: quindi si toglie tremando Fanello dal "dito, di cui Edgardo s'impadronisce al momento) Hai tradilo il cielo e aniior. (sciogliendo il freno del represso sdegno getta F a- hello e lo calpesta) Maledello sia V islanle Che di le mi rese amante... Stirpe iniqua... abbominala, Io dovea da te fuggir!... Ah di Dio la mano irata Ti disperda... Enu., Art., Nor. e Cavalieri Insano ardir !... Esci, fuggi, il furor che accende Solo un punto i suoi colpi sospende... Ma fra poco piìi atroce, più fiero Sul tuo capo abborrilo cadrà... Si; la macchia d'oltraggio si nero Col tuo sangue lavata sarà. Edo. (gettando la spada, ed offrendo il petto a'suoi nemici) Trucidatemi, e proiiubo al rito Sia lo scempio d'un core tradito... Del mio sangue bagnata la soglia Dolce vista per l'empia sarà! Calpestando 1' esangue mia spoglia Air altare più lieta ne andrà ! Lue. (cadendo in ginocchio) Dio, lo salva... in sì fiero momento D'una misera ascolta l'accento. È la prece d' immenso dolore Che più in terra speranza non ha... È l'estrem.a douìanda del core, Che sul labbro spirando mi sta! Rat., Alt. Infelice, l' invola... l' affrella... (ad Edg.) I luoi giorni... il suo siato rispetta. Vivi... e forse il tuo duolo fia spento : Tutto è lieve all' eterna pietà. Quante volte ad un solo tormento Mille gioie succeder non fa! (lAaimondo sostiene Lucia, in cui l'ambascia è giiinla all'estremo: Alisa e le Dame son loro d'intorno. Gli altri incalzano Edg. fin presso la soglia. Intanto si ab- bassa la tela). FINE dell'atto PRIMO DELLA PABTE SECONDA. 2() PARTE SECONDA SCENA PRIMA. Salone terreno nella torre di Wolferag, adiacente al vestibolo. Una tavola spoglia d'ogni ornamento ed un vecchio seggio- lone ne formano tutto V arredo. In fondo porta praticabile ed un fmestrone aperto. È notte; il luogo vien debolmente illuminato da una smorta lampada. Il cielo è orrendamente nero; lampeggia, tuona, ed i sibili del vento si mescono co- gli scrosci della pioggia. EDGARDO. Edgardo è sedalo presso la tavola, immerso ne'suoi melan- conici pensieri; dopo qualche istante si .scuote, e guarda a traverso delle finestre) Orrida è questa nolle Come il destino mio! Q Sì, tiiona, o cielo... (' scoppia un fulmine) Impervei^sate, o tui'bini... sconvolto Sia l'ordin delle cose, e pera il mondo... Io non m' inganno ! Scalpitar d' appresso Odo un desirier... s'arresta... Chi mai della tempesta Fra le minacele e l' ire, Chi puole a me venirne ? 27 SCENA n. ENRICO e detto. ESB. Io. (getlaiido il mantello in cui era inviluppalo) Edg. Quale ardire ! Aslhon ! ÈNR. Sì. Edg. Fra queste mura Osi offrirli al mio cospeUo ! Enr. lo vi sto per lua sciagura. Non venisti nel mio tello ? Edg. Qui del padre ancor s' aggira L' ombra inulia... e par che frema ! iMorle ogn' aura a te qui spira! Il terren per te qui trema!... Nel varcar la soglia orrenda Ben dovresti palpitar, Come un uom ctie vivo scenda La sua tomba ad albergar! Enu. (con gioia feroce) Fu condotta al sacro rito, Quindi al talamo Lucia. Edg. (Ei più squarcia il cor ferito !... Oh tormento!... oh gelosia!) Enu. Di letizia il mio soggiorno, E di plausi rimbombava ; Ma pili forte al cor d' intorno La vendetta a me parlava ! Qui mi trassi... in mezzo ai venti La sua voce udia tutlor, E il furor degli elementi Rispondeva al mio furori Edg* Da me die brami ? (con altera impà/Jen/.a) Enr» Ascoltami : Onde punir 1' offesa. De' miei la spada vindice Pende su le sospesa.,. Ch' allri ti spenga? Ah! mai... Chi dee svenarti il sai I So che al paterno cenere Giurai strapparti il core. Tu !... Quando ? (con nobile disdegno) Al primo sorgere Del mattutino albore. Ove? Fra r urne gelide Dei Ravenswoocl. Verrò. Ivi a restar preparati. Ivi... t' ucciderò. a 2. 0 sole, più rapido a sorger V appresta... Ti cinga di sangue ghirlanda funesta... Così tu rischiara - T orribile gara D'un odio mortale, d'un cieco furor. Farà di nostr' alme atroce governo Gridando vendetta lo spino d' averno... (L'oragano è al colmo) Del tuono che mugge - del nembo che rugge Più r ira è tremenda che m' arde nel cor. (Enrico parte: Edgardo si ritira) SCENA IIL Sala come nelV A Ito primo. Dalle sale contigue si ascolla la musica di liete danze. Il fondo della scena è ingombro di paggi ed abitanti del Ca- stello di Lammermoor. Sopraggiungono molti gruppi di DAME e CAYALIERÌ sfavillanU di gioia, si uniscono in crocchio, e cantano il seguente Coro Di vivo giubilo S' innalzi un grido : 28 Edg. Enr. Edg. Enb. Edg. Enr. Edg. Edg. Corra Scozia Per ogni lido ; E avverta i perfidi Noslri nemici , Che più lerribili , Che più felici Ne rende 1' aura D' allo favor ; Ch' a noi sorridono Le sielle ani^or. SCENA lY. RAIMOxNDO, NORMANNO e delli. (Normanno traversa la scena ecl esce rapidamente) Rai. (trafelato, ed avanzandosi a passi vacillanti) Cessi... ah cessi quel contento... Cobo Sei cosparso di palloi^e !... Cieli Che rechi ? Rai. Un fiero evento ! Coro Tu ne agghiacci di terrore ! Rai. (accenna con mano che tniti lo circondano, e dopo avere alquanto rinfrancato il respiro) Dalle stanze ove Lucia Trasse già col suo consorte, Un lamento... un grido uscia. Come d' uom vicino a morie ì Corsi ratto in quelle mura... Ahi ì terribile sciagura I Steso Arturo al suol giaceva Muto, freddo, insanguinato!... E Lucia Tacciar stringeva Che fu già del trucidatol... (tutti inorri- Ella in me le luci affisse .. discono) «Il mio sposo ov' è?» mi disse: E nel volto suo pallente Un sorriso balenò 1 Infelice 1 della mente La virtude a lei mancò! Tutti Oh! qual funesto avvenimento!... Tutti ne ingombra cupo spavento! Notte, ricopri la ria sventura Col tenebroso tuo denso vel. Ah ! quella destra di sangue impura L' ira non chiami su noi del ciel. Rai. Eccola ! SCENA V. LUCIA, ALISA e deui. (Lucia è in succinla e bianca veste; ha le chiome scarmi- gliale, ed il suo volto, coperto da uno squallore di morte, la rende simile ad uno speltro, anziché ad una creatura vivente. Il di lei sguardo impietrilo, i moli convulsi, e fino un sorriso malaugurato manifesta , non solo una spaventevole demenza, ma ben anco i segni di una vita che già volge al suo termine) Coro (Oh giusto cielo! Par dalla tomba uscita ! Lue. Il dolce suono Mi colpì di sua voce!... Ah quella voce M' è qui nel cor discesa ! Edgardo ! io ti son resa ; Fuggita io son da' tuoi nemici... - Un gelo Mi serpeggia nel sen... trema ogni fibra!... Vacilla il pie!... Presso la fonte, meco T' assidi alquanto... Ahimè!... sorge il tremendo Fantasma e ne separa! 51 Qui ricovriamci , Edgardo, a piè dell'ara... Sparsa è di rosei... Un'armonia celeste Di', non ascolli? - Ah 1' inno Suona di nozzel... Il rilo Per noi, per noi s'apprestai... Oh me felice! Oh gioia che si sente, e non si dice! Ardon gì' incensi... splendono Le sacre faci intorno I... Ecco il ministro I Porgimi La destra... Oh lieto giorno I Alfin son tua , sei mio 1 A me li dona un Dio... Ogni piacer più grato Mi fia con le diviso... Del ciel clemenle un riso La vita a noi sarà I Rai., Ali., Coro. In sì tremendo stato . Di lei, Signor, pietà, (sporgendo le mani lU-n. S' avanza Enrico!... al cielo) SCENA VL ENRICO, NORMANNO e delti. Ei\R. (accorrendo) Ditemi : EiNR. Vera è 1' atroce scena ? Vera, pur troppo 1 Ah ! perfida I... Ne avrai condegna pena... (scagliandosi con- tro Lucia) Rai., Ali., Coro. T' arresta... Oh ciel I... Non vedi Rai. 52 Lo slato suo ? Lue. Che chiedi? (sempre delirando) Eniì, 0 qua! pallor ! (fissando Lucia, che nel- l'impeto della collera non avea prima hene osservala) Lue. Me misera! Rai. Ha la ragion smarrita. Enr. Gran Dio!... Rai. Tremare, o barbaro, Ta dei per la sua vila. Lue. Non mi guardar sì fiero... Segnai quel foglio, è vero... Neil' ira sua terribile Calpesta, oh Dio! l'anello!... Mi maledice!... Ah! villima Fui d'un crudel fratello; Ma ognor l' amai... lo giuro... Chi mi nomasti? Arturo! - Ah! non fuggir... perdono... Gli altri Qual notte di terror ! Lue. Presso alla tomba io sono... Odi una prece ancor. Deh! tanto aìmen l'arresta, Ch' io spiri a te d' appresso... Già dall' affanno oppresso Gelido langue il cor ! Un^ palpito gli resta... È un palpilo d' amor. Spargi dì qualche pianto Il mio terrestre velo , Mentre lassù nel cielo Io pregherò per te... Al giunger tuo soltanto Fia bello il ciel per me! (resta quasi priva di vita, tra le braccia di Alisa) Rai., Ali., Nor., Coro Ornai frenare il pianto Possibile non è! Enr. (VUa di cluol , di pianto Serba il rimorso a me !) Si tragga nllrove. Alisa, Uom del Signor, (') deh! voi fa Raimondo) La misera vegliale: io più me slesso (Alisa e le Dame conducono allrove Lucia) In me non Irovo. (parte) Rai. (a Nor.) Delaior , gioisci Dell' opra tua 1 Non. Che parli ? Rai. Si, dell' incendio che divampa e slragge Quesla casa infelice hai tu desiala La primiera scintilla. Nor. io non credei... Rai. Tu del versalo sangue, empio, lu sei La ria cagion 1... Quel sangue Al ciel t' accusa, e già la man suprema Segna la tua sentenza. Or vanne, e lremi\! (Rai. segue Lucia; Normanno esce per l'opposto lato) SCENA VIL Parte esterna del Castello di Wolferag^ con porta praticabile; si scorge un appartamento illuminato. Tombe dei Ravenswood. È notte. EDGARDO. Tombe degli avi miei , V ultimo avanzo D' una stirpe infelice Deh ! raccogliete' voi. - Cessò- dell' ira Il breve foco... sul nemico acciaro Abbandonar mi vo'. Per me la vita È orrendo peso!... 1' universo intero È un deserto per me senza Lucia !... Di liete faci ancora Splende il castello! Ah! scarsa Fu la nolle al tripudio!... Ingrata donna! Menlr' io mi struggo in disperato pianto, Tu ridi , esulli accanto Al felice consorte! Tu delle gioie in seno, io... della niorte ! Fra poco a me ricovero Darcà negletto avello... Una pietosa lagrima Non scorrerà su quello!... Fin degli estinti, ahi misero! Manca il conforto a me. Tu pur, tu pur dimentica Quel marmo dispregiato : Mai non passarvi, o barbara, Del tuo consorte a lato... Rispetta almen le ceneri Di chi moria per te. SCENA Vili. ABITANTI di Lammermoor, dal castello, e dellf. Coro Oh meschina ! oh caso orrendo ! Pili sperar non giova ornai !... Questo di che sta sorgendo Tramontar lu non vedrai ! Edg. Giusto Ciel!... Ah! rispondete: Di chi mai, di chi- piangete ? Coro Di Lucia. Edg. Lucia diceste ! (esterrcfaiioì Coro Si ; la misera sen muore. Fur le nozze a lei funeste... Di ragion la trasse amore... S' avvicina all' ore estreme, 55 E le chiede... per le geme... Edg. Ah 1 Lucia ! Lucia t... (si ode lo squillo lungo e monotono della campana de' moribondi) Coro Rimbomba Già la squilla in suon di morie! Edg. Ahi !... quel suono al cor mi piomba ! - È decisa la mia sorle !... Rivederla ancor vogl' lo... Rivederla, e poscia... (incamminandosi) Coao Oh Dio! (trattenendolo) Qaal trasporlo, sconsiglialo !... Ah! desisti... ah ! riedi in le. (Edgardo si libera a viva forza, fa alcuni rapidi passi per entrare nel Castello, ed è già sulla soglia, quando n'esce Raimondo) SCENA ULTIMA. RALMONDO e detto. Rai. Ove corri, svenluralo? Ella in terra più non è. (Edgardo si caccia disperatamente le mani fra' capelli, restando immobile in tale alteggiamenlo , colpito da queir immenso dolore che non ha favella. Lungo silenzio) f>DG. Tu che a Dio spiegasti l'ali, (scuotendosi) 0 beir alma innamorata, Ti rivolgi a me placala , Teco ascenda il tuo fedel. Ah ! se r ira dei mortali Fece a noi sì lunga guerra. Se divisi fummo in lerra. Ne congiunga il Nume in ciel. (trae rapidamente un pugnale e se lo immerge nel cuoru) Io ti seguo... (Tulli si avvenlano, ma troppo lardi, por disarmario) Rai. Forsennato !... Coro Che facesti !... Rai., Coro Quale orror ! Coro Ahi tremendo !... ahi crudo fato !... Rai. Dio, perdona un tanto error. (prostrandosi, ed alzando le mani al cielo: tulli lo imitano : Edgardo spira.) FINE. ELENCO dei librelù d'Opere teatrali di eHclusica proprietà di tavilla. I Pirati di Baratteria folloni. L'Ebreo Adelchi Lida di Granala (L'Ebreo) '^pa. Un Travesliineiìlo ^ber. La Mula di Ponici iffe, Piitore e Duca ironi. Ricciarda rivenuti. Guglielmo Shakspeare ma. Don Carlo mforti. Giovanna di Fiandra ttesini. Il Diavolo della notte aga. Estella di San Germano Il Ritrailo itera. Elena Caslriotta do il Sassone (ErmoRgari!») garda ^mleto Bori e trappole u cefalo iraja amento di Figaro ^hio della Montagna I Taldo e. Calerina di Cleves oppola. L'Orfana G nel fa ìalla Baratta. Il Cuoco di Parigi ìonizctti. Calerina Cornare Don l^asqunle - Don Sebastiano - Elisabetta Figlia del Reggimento — I^ida di Cbamounix — ifesfva -Padilla ^ Vc\oVma e Pollalo (I Martiri) p^M'/ 'H''. giorni di SuU : ■ ii "-^'lea altri. Don Procopio ^^i?^lia del fabbro t -in ''r'"^]'^^ 0 L'Anima Ftotow. Alessandro Stradella Foroni. Cristina Regina di Svezia Gabricdli. 11 Gemello Galli. Giovanna dei Corluso Gfunbini. Cristoforo Colombo Hakvìj. L'Ebrea Ilérold. Zampa (nuova trad. ilal.) Maillart. Gastilbelza Mcrcadante. Orazj e Curiazj — La Schiava Saracena — Il Vascello di Gama Meyerbeer. I Guelfi e i Ghibellini (Gli Ugonotti) — Gli Ugonotti (nuova traduz.) — Il Profeta — Il Pellegrinaggio a Ploerm<3l Moroni. Amleto Muzio. Giovanna la Pazza — Claudia — La Sorrentina Pacini. La Fidanzala Corsa — Mal v ina di Scozia — Merope — La Regina di Cipro — Stella di iNapoll Pedrotti. Fiorina — Guerra in quatlro — Ma zeppa — Il Parrucchiere della Reggenza — Romea di Monforl — Tulli in maschera Peri. L' Espiazione — I Fidanzati — Rienzi Petr odili. Duchessa di' l:i Vallière Pistilli. Rodolfo da Rrienza Platania. Matilde Bentivoglio P 0 ? i i f 0 i s i . 1 > 0 n i f a z i 0 d e ' G e r e m c — Pietro de' Medici Ricci F. Eslella. — Il Marito e l'Amaiìlc Ukci(l)'atelli).CTì^)\ì\o e la Coniai c liicciL.ll Diavolo a quattro Rossi Lguvo. 11 Domino Nero — La Figlia di Figaro Rossini. Roberto Bruco Sanelli. Il Fornarello — Gennaro Annesc — Gii s mano — Luisa Strozzi Piero di Vasco (11 Fornarello) — La Tradita Sinico. I Mosclieltieri Torriani, Cario Magno Thomas. Il Caid Vaccaj. Virginia Verdi Alzira — Aro! do — L'Assedio'di Arloni — Un Ballo in Maschera — La Battaglia di Legnano — I Due Foscari — Emani — La Forza del Destino Verdi. Gerusalemme — Giovanna d'Are — Giovanna de Guzman — Gugl, We]lingrode(StiCfelio) — I Lombardi — Luisa Miller — Macbelh — Nabucodònosor — Orietta di Lesbo (Giovanna d'Arco) — Rigoletto — Simon Boccanegra — StiCfelio — La Traviata — Il Trovatore — I Vespri Siciliani — Violetta (la Traviala) — Viscardello (Rigolelto) Villanis. Giuditta di' Kent Baltisfa. Anna la Prie Bellini. Beatrice di Tenda — I Capuleli — Norma — Il Pirata — I Puritani e i Cavalieri La Sonnambula Donizetti. Anna Bolena — Il Campanello — Detto, con prosa L'Elisir d'amore — Gemma di Vergy — Lucia di LammVrmoor — Lucrezia Borgia — Maria diRohan(colConirailo) — Idem (senza Contralto) — Marino Fallerò — La Regina di Golconda — Roberto Devereux Merendante. Il Bravo — Il Giurauìcnto Mercadante. La Vestalo Meyerbeer. lì Crociato in Egitto — Roberto il Diavolo P acini. Sa db Ricci F. Corrado d'A}tamura(coi- me fu scritto per Milano) — Idem (come fu scritto per Pa- rigi) I — Le prigioni di Edimburgo Ricci L. l Due Sergenti — Un'Awenturadi Scarnmticcia Rossini. Il Barbiere di Sivig'''i — L'Italiana in Algeri — La Cenerentola — La Gazza ladra — Matilde di Shabran — Mose — Guglielmo Teli — Otello — Semiramide Verdi. Il Finto Slanislao